LE NARRATIVE CHE PROGRAMMANO IL TUO FUTURO

 

Siamo quello che ci raccontiamo.

In questo modo facciamo sì che quelle storie, quelle narrative cui siamo affezionati ci definiscano e diventno il nostro destino, e non sempre per il nostro benessere e il nostro successo.

Raccontarsi una storia porta a ridare vita a quelle specifiche emozioni e sensazioni, e se la storia contiene confusione e sofferenza, e ti definisce vittima o sfortunato, ridà vita a quelle situazioni ed emozioni che andrai a ripetere, e nutrire: in fondo, per esser congruenti, dobbiamo confermare quello che crediamo di noi stessi, le percezioni che abbiamo, l’idea che “io sono così”!

 

CHE STORIA (TI) STAI RACCONTANDO?

In realtà c’è sempre un tornaconto in quanto scegliamo di fare. Scegliamo anche quando pensiamo di NON aver scelta.

E avere una storia che ci definisce aiuta.

Il problema è che ne diventiamo dipendenti. Perché quel tornaconto anche se inconsapevole è molto importate per noi, per la nostra sopravvivenza.

La storia che (ci) raccontiamo definisce la lettura del mondo con cui interpretiamo quello che succede e su cui operiamo le scelte che immaginiamo “migliori” per noi.

E non pensiamo sia possibile”svegliarci” e cambiare la regia del nostro quotidiano, in fondo non vogliamo, ne abbiamo timore.

Persistiamo piuttosto nella ripetizione di relazioni infelici, crisi finanziarie, malattie e quant’altro.

 

Fai caso, quando incontri qualcuno, alla storia che ti raccontano, ti accorgerai che la storia che hanno “scelto”   li definisce. E’ il loro modo per raccontarti chi sono.

E le sue narrative sono spesso permeate di insicurezza, in quanto la richiesta di fondo è “alleanza” in questo mondo così difficile. Non ha fiducia in se stesso, nella propria capacità di esser protagonista, e con la sua storia chiede attenzione.

 

NON LASCIARE CHE IL PASSATO TI DEFINISCA

Fino a quando c’è dipendenza dalla propria storia, fino a che questa narrativa non è vista per quello che è (solo una storia, una colonna sonora che si può cambiare), la trappola è perfetta, legata alla paura del rischio, una paura di percepire vuoto (la storia riempie e dona idee ed emozioni!). E la persona resta incastrata, bloccata nel passato.

La dipendenza è una catena che non permette progresso, cambiamento. E’ come una prigione, senza muri, e senza catene visibili. Ma potentissima.

 

E la trappola del passato offre lusinghe: certo, l’esperienza ci struttura e ha fatto diventare chi siamo oggi, ma quando inizia a definirci, allora non va più bene.

Tesorizzare queste esperienze è utile, ma l’attenzione va spostata sul presente e sul futuro. Qualsiasi siano le esperienze precedenti, è necessario cercare sviluppo e efficacia, benessere e comprensione. Passare da un destino di vittime a protagonisti della propria vita. Una storia da scrivere.

 

IO SONO COSI’

Nelle storie, nella narrativa che sottende le scelte che facciamo, spesso l’intercalare più frequente è “io sono…” . Lo diciamo a noi stessi ed al mondo.  Ma spesso non siamo consapevoli del contenuto  dei nostri “discorsi interiori” che facciamo correre come una colonna sonora della vita quotidiana.

Per iniziare, è importante accorgerci di come ci definiamo. Dei modi poco costruttivi che scegliamo per descriverci. Capita infatti che, senza accorgerci, in questo modo cancelliamo le nostre caratteristiche  nutrienti e (altrettanto) vere.

Non rinnegare il passato, semplicemente lascialo dove è. Nel passato.

E percepisci quello che nel presente si… presenta per andare verso il futuro che vuoi. Iniziandolo a costruire da una storia, dalla narrativa che a poco a poco diventa sempre più chiara.

Manteniamo i ricordi del passato e le sue “lezioni”, ma i sentimenti e le emozioni scegliamole fresche di giornata!

 

 COME SMETTERE?

 La cosa bella di una storia, della narrativa che possiamo far correre nei nostri corpi e pensieri è che può/deve esser aggiornata, perché le cose accadono in continuazione e su quelle possiamo sviluppare progetti, sentimenti ed emozioni nuove.

Staccati dal passato, e renditi indipendente dalle storie che ti racconti: puoi anche sorprendere te stesso, e smentire quel “io sono così” che ti intrappola in comportamenti ripetitivi che portano a situazioni sempre uguali.

 

COME CAMBIARE LA STORIA?

 Le vecchie storie, quelle narrative hanno lo scopo di calmare le tue insicurezze, e dare un senso alla vita.

Allora sarà importante farti carico delle insicurezze: accogli, accudisci e …metti via… le parti dolorose che le vecchie storie giustificano.

Il primo passo è la presa in carico dei tuoi pensieri, emozioni  e sentimenti, intenzioni e motivazioni, paure e desideri.

La prima parte, fondamentale, del processo passa infatti per perdono e auto-responsabilità.

Scoprire gli schemi di comportamento  che seguiamo e fare le scelte giuste per esser in linea con chi sei veramente, senza storie.

Con questo intendo smettere di cercare i responsabili di ciò che ti succede, ma farsi carico delle azioni e delle scelte che compi oggi. E cerca che significato hanno per te sia  le esperienze che fai sia quelle  che vuoi, accogliendone le emozioni senza averne più timore.

Poi sarai libero dal passato, dalle storie del tuo passato, e pronto per un nuovo capitolo della nuova storia che scegli di raccontare.

 

TRASFORMA LE TUE PERCEZIONI

 In questo modo cambia la percezione di quanto succede. Ti trasforma e ti apre ad un senso di possibilità. Per avere nuove idee ed esplorarle, nuovi modi di vivere la vita.

Quando si è bloccati in una storia, una narrativa interna, le possibilità di scelta sono molto limitate.. devono stare tutte dentro un copione predefinito.

Rompere la dipendenza da queste narrative rende liberi dal passato e ti fa diventare regista e protagonista, artista, lottatore, medico e mago nel contesto in cui vivi,  sempre presente e pronto a cogliere ciò che è giusto per te.

Sii libero e inizia una nuova storia che ti permetta di creare, impostare la vita che desideri.