RELAZIONI, PERCEZIONE E REALTA’  NEL TEAM

GESTIONE DEL CONFLITTO PARTE 1

Sapere come fai le scelte e prendi decisioni è utile, anzi necessario per poter valutare sia la giusta azione, nel contesto in cui sei, che il miglior modo per relazionarti quando non c’è un solo modo di “vedere la cosa” per raggiungere il tuo obiettivo.

Partire da come funzioni ti permette di scremare automatismi cui  in altro caso sei “vittima inconsapevole”.  Potrai considerare altre visioni senza creare incomprensioni o conflitti, personali o in azienda.

In questo modo la soluzione sarà condivisa e attuata con efficacia da tutte le parti in gioco.

Vuoi scoprire come? guarda il file nel link che segue: realtà e rappresentazione mentale.

Come puoi osservare, questo è lo schema (piuttosto articolato) di come le rappresentazioni mentali personali sostituiscono il dato oggettivo neutro da valutare con attenzione con ciò che vuoi vedere.

Questo dipende dall’unicità della persona, che spesso passa dall’essere accolta come una risorsa in quanto “differente da te” a ostacolo, causando conflitti e facendo perder energia e tempo. E succede molto spesso in relazioni private e  professionali.

E il “dato sensibile iniziale”, pur essendo uno, può suggerire diverse percezioni e rappresentazioni mentali .

Ma la percezione delle cose è reale, oggettiva oppure vediamo ciò che vogliamo vedere?

Registriamo fedelmente ciò che esiste nel mondo esterno oppure è la nostra stessa visione personale che ci fa percepire in un certo modo gli stimoli esterni?

In realtà entra in gioco il tuo paradigma valoriale, che predetermina ciò che selezionerai dai “dati sensibili”.

Anche se non conosci l’origine del tuo “filtro” di lettura del mondo, se sia un condizionamento ambientale o sociale, oppure un paradigma etico personale, puoi osservare che la tua visione della vita condiziona ciò che rilevi importante, diventa il filtro con cui leggi il presente e prevedi il futuro,  agendo poi di conseguenza con le tue scelte e azioni.

In sostanza, se funzioni così, come fai a credere che il tuo modo di vedere le cose sia assoluto, indiscutibile?

Non puoi!

Se comprendi che tu sei il primo ad esser “costituzionalmente diverso”, la sola via per interagire con gli altri è aprirti per comprendere e rispettare, gestire la differenza.

NOTA IMPORTANTE: Considera che quanto segue è molto generico e semplificato, ma sei sicuramente d’accordo che  da qualche parte si debba iniziare!

Qualche domanda per iniziare a percepire come funzioni, come ti relazioni con gli altri e con il lavoro.

Come ti relazioni?

1- ti chiarisci esponendo i tuoi pensieri, ami riunirti con gli altri, ami molti compiti e ti stimolano le interruzioni; se parli in pubblico improvvisi spesso e dai un gran contributo alle riunioni.

2- rifletti a fondo prima di parlare, non senti la necessità di incontrarti molte volte con gli altri, ti concentri su pochi compiti alla volta e non gradisci le interruzioni impreviste; se parli in pubblico ti prepari una scaletta e la rispetti e nelle riunioni sei molto silenzioso.

Tu come ti relazioni?

Come ti informi?

1-  ami i problemi ambigui, non ben definiti, sei orientato al futuro, hai la testa fra le nuvole e

la routine ti annoia; ami la complessità e ricerchi approcci creativi; vedi il quadro globale, e possono sfuggirti i dettagli.

2- preferisci i problemi ben definiti, sei nel presente e hai i piedi per terra; ami la routine e hai bisogno di standard e procedure definite; ricerchi un metodo standard per risolvere i problemi e pur vedendo bene i dettagli ti può sfuggire il quadro d’insieme.

Tu come gestisci le informazioni?

Come decidi?

Dipende!

1-  stabilisci dei criteri obiettivi per assumere decisioni e misuri le tue decisioni a fronte dei risultati; sei aperto al cambiamento in base alla situazione e talvolta sei considerato cinico; ami le analisi, la chiarezza e fissi obiettivi ANCHE senza tener conto dei principi.

2- hai criteri personali, soggettivi per assumere decisioni e misuri le decisioni a fronte dei tuoi principi; resisti al cambiamento quando si oppone ai tuoi principi, e talvolta sono considerato troppo attaccato al tuo punto di vista. Ami l’armonia basata su valori comuni e gli obiettivi emergono dai tuoi principi.

Tu come decidi?

Come ti organizzi?

1- ami la chiarezza, l’ordine e sei orientato all’azione; sviluppi un piano e lo persegui, sei attento alle scadenze e ti getti nella mischia senza informazioni sufficienti. Non sopporti l’ambiguità e metti l’accento sulle conclusioni, le soluzioni e non sulla diagnosi.

2- agli altri appai disorganizzato, ma hai il tuo ordine; sei orientato alle informazioni più dell’azione, cambi piani da un giorno all’altro e ti permetti di non rispettare le scadenze a vantaggio dell’approfondimento del tema. Tolleri l’ambiguità e metti più enfasi sulla diagnosi piuttosto che sulle soluzioni e conclusioni.

Tu come ti organizzi?

 

Conoscere noi stessi significa poter incontrare l’altro e diventare consapevoli della diversità per avviare un dialogo, un confronto efficace.

Per finire un’ultima domanda:

.. è possibile sostituire alla lotta improduttiva una sana sinergia costruttiva nelle organizzazioni?

La mia risposta è certamente!

Ed è una capacità necessaria per un ambiente di lavoro in cui benessere e risultati vadano a braccetto.