LA DIREZIONE DEI PENSIERI 1

STRUTTURA E PERFORMANCE DELLA TUA GIORNATA PERFETTA

A tutti capita – più o meno raramente – di svegliarsi in una di quelle giornate ‘magiche’ in cui tutto sembra funzionare bene dal primo momento.

Per capirci, quelle giornate in cui dal momento in cui apri gli occhi sai già che tutto scorrerà come deve, in cui quello che dici sembra avere un impatto maggiore sugli altri, in cui non percepisci sforzo e le cose che ieri ti sembravano difficili oggi – almeno per un giorno – diventano facili.

Ed è chiaro, credo, anche a te che quando sei – casualmente – in quel modo, qualsiasi cosa fai riesci a farla meglio.

E non perché compi azioni diverse – apparentemente – ma perché ti sembra di fare le stesse cose di sempre e però stavolta funzionano meglio delle altre volte.

E la realtà è che stai operando da una struttura diversa, libera e leggera, e questa struttura si trasferisce nel MODO in cui prendi decisioni, compi azioni, comunichi con le persone intorno a te.

E’ il giorno in cui cammini e tutti ti sorridono e chi ti conosce bene ti dice ‘Oggi hai una luce diversa’

E’ il giorno in cui senza far niente di speciale ottieni ciò che proponi

E’ il giorno in cui giochi a tennis come non mai e senza accorgertene

O quello in cui la tua leadership nel team sembra venire ’emanata’ anche dal più piccolo gesto che fai

O il giorno in cui non sbagli una nota nel tuo concerto.

 Non è questione di superpoteri.

E’ semplicemente che riesci a replicare le tue performance migliori – quelle della tua giornata migliore – ogni volta che vuoi.

Quando vuoi, la tua “migliore pastasciutta”,  il tuo “miglior concerto”.

Prestazioni superiori rispetto alle giornate ‘no’

Quando vuoi con le vendite maggiori delle giornate in cui tutto scorre ed in cui emani capacità di entrare in relazione con gli altri e tutto il contesto attorno a te.

Saper scegliere la tua configurazione migliore ogni volta che vuoi.

E quando accedi alla configurazione in cui naturalmente sei al meglio, non hai bisogno di tutta una serie di ‘trucchi’ per ottenere più risultati.

Nessuna necessità di ‘motivazione’ perché hai scelto di fare quello che vuoi, e sai come lo vuoi fare, e possiedi, attingi naturalmente alla prontezza che ti deriva dal sapere cosa fare e come farlo.

Non hai bisogno di ‘autostima’ perchél’autostima è un concetto che non esiste e le cose vanno come devono andare e non percepisci sforzo…  certo ci metti impegno, magari anche un po’ di fatica. Ma non sforzo, nessun attrito.

Non hai nessun problema da risolvere. E non perché la bolletta in scadenza o la multa da pagare, o il budget da raggiungere smettano di essere tali.

Perché quando sei al meglio smetti di percepire tutte queste cose come ‘problemi’… come qualcosa che ti inibisce… ma inizi a vederli solo come dati… sono semplici informazioni nel sistema che tieni presente mentre la tua attenzione rimane su quello che vuoi e decidi come muoverti.

Il modo?

Impara ad utilizzare strumenti linguistici e somatici, per fare in modo di tornare a dire “VOGLIO questo”, far tornare alla nostra memoria le cose che vogliamo, senza troppe inibizioni, per autorizzarci almeno a dire “voglio questa cosa per lavorare in quella direzione”, tenendo naturalmente in conto le condizioni esterne.

Se la tua attenzione si concentra in cose che NON vuoi.. arriveranno cose che non vuoi, e non è pensiero positivo,  manifesting o legge di attrazione.. è che nella sostanza questo evento ha una ragione  neurologica : se la tua attenzione è sul leone/ problema,  la risposta neurologica è sulle 3 possibili reazioni e  non di più:  non sei nel pieno delle tue potenzialità, per scegliere nei termini di cosa puoi fare oggi.. ma percepirai solo che “oggi non posso far nulla se non scappare-collassare-resistere..”. E così farai.

Da punto di vista semantico forse le due dichiarazioni hanno lo stesso contenuto,  ma da un punto di vista di effetto sulla tua performance offrono una gamma di risposte differenti.

Se filtri le condizioni dell’ambiente con il leone/problema che ti aspetta dietro l’angolo.. il cervello sarà espressione del tuo “non voglio”, o anche del tuo “ quando sarò al sicuro allora starò bene..“: stai lavorando in inibizione.

La gamma cose che vedi e filtri dall’ambiente è minimo, hai paura e non vedi  possibilità, hai un lavoro,  relazioni.. ma vuoi solo scappare.

In conclusione lavori e ti relazioni  in termini da scappo/combatto/stop ..

Il sistema limbico

Il sistema limbico/emozionale/ormonale fa una serie di considerazioni ideali per almeno provare  a sopravvivere, salvarsi basandosi sulle informazioni che riceve, non ha il concetto di fiducia in se stesso, autostima.. concetti che sono prettamente razionali e mentali.

Il sistema limbico/emotivo si occupa di sopravvivenza, producendo ormoni utili per reagire a ciò che NON vuole succeda: e se vivo tutti gli stimoli della giornata come se ci fosse il leone, filtro tutto dal non voglio, e la mia attenzione è solo sul non voglio. Per cui filtro tutto dal PROBLEMA. In ogni situazione  vado a cercare quello che non funziona.

Dal punto di vista del nostro cervello ragionare da ciò che non vuoi, è poco funzionale. La soluzione? Possiamo riscrivere questa lettura e imparare a distinguere tra leone e .. l’esame di maturità/ il nuovo progetto di lavoro/ una relazione difficile.

Ciò è possibile con passi semplici, per comprendere come funzioniamo, scegliere e poi fare delle cose!

Risultato

Il tutto senza dover ricorrere a tutti quei ‘trucchi’ o miriade di tecniche strane e complicate che al massimo risolvono un problema alla volta ma che non generano trasformazione per la persona. Farlo assecondando la tua identità e come sei naturalmente, senza cercare di impersonare o imitare modelli che in realtà non ti appartengono.

Rimanendo chi sei. Riconoscendo chi sei.

Come fare? Un primissimo passo è diventare SPETTATORE DEI TUOI PENSIERI.

Osservali, percepiscine la forza e lascia scorrere i pensieri. E poi scegline altri con fiducia.

QUELLI BELLI. Che portano a emozioni buone, in cui ti muovi comodo e sicuro.

Sembra difficile, ma BASTA COMINCIARE!

Poi, come fare lo vediamo assieme.

(cfr. Simone Pacchiele/ReSonance-Milano)