APPRENDIMENTO

Facebook, Instagram e le esperienze ripetute

Facebook, Instagram sono affascinanti. Vedo scalare montagne innevate, aperitivi sui roof di NYC, escursioni nel deserto e accessori indispensabili per una vita.. piena. Di conseguenza penso.. un viaggio lo voglio fare anche io. Cina, sud America, qualche isola  nelle Molucche, Banda per esempio. Paradiso degli sport acquatici.

E invece ordino la pizza sotto casa, e mi sento banale.

Ma non capita solo a me. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Biology cerchiamo automaticamente nuovi stimoli, più che replicare esperienze note e questo perché siamo progettati per porre l’attenzione sul nuovo ed attivare una sorta di controllo per proteggerci da cose potenzialmente pericolose. Perché quelle a noi familiari le conosciamo e non ci preoccupano. Questo fa il nostro sistema limbico : percepire pericolo o sicurezza. E nel momento in cui percepisce pericolo, ha solo 3 possibilità di scelta fuggi-combatti-stop! Solo 3.

E per proteggerci dal pericolo dell’ignoto, il nostro cervello tende ad associare emozioni negative, noia, alla reiterazione di situazioni note. In questo modo stimola attenzione a ciò che c’è intorno.

Questo però vale fino ad un certo punto.

Nel tempo (fortunatamente) la ripetizione diventa lei stessa uno stimolo a ripetere. Per cui .. pan di stelle sempre e comunque, tutte le mattine.

 

Perché in fondo siamo molto più noiosi di quanto vorremmo ammettere.

Oggi la ricerca continua di novità è sovra-stimolata da influencer e pubblicità che associano status sociale a prodotto.

E queste continue comunicazioni sono studiate ad hoc per impattare su un senso di mancanza/pericolo, toccando almeno uno dei tre stimoli di base legati alla preservazione della razza (salute-sesso-status sociale) per cui si attiva il nostro antichissimo cervello emotivo. In questo modo la reazione automatica di tipo fuggi-combatti-stop! si trasforma in uno stimolo compulsivo ad agire/comprare per  NON sentirci poveri, soli o dimenticati. E quando lo facciamo abbiamo sollievo, appagamento e piacere.

Ma alla lunga, nel nostro quotidiano, da un punto di vista emotivo (oltre che finanziario) queste sollecitazioni ci fanno sentire frustrati. In fondo le azioni risentono del movimento sotterraneo legato alla percezione di povertà e isolamento. E invece di piacere, iniziamo a provare disagio e insoddisfazione.

Che fare allora?

In realtà in ognuno di noi coesistono due tensioni: la prima, più in voga in questi giorni, prevede che, per essere una persona interessante, colta, dobbiamo mostrare apertura verso esperienze nuove, ricchezza, originalità. Poi il dubbio che forse, per esser davvero interessanti e colti, val la pena di approfondire, invece che saltare velocemente da uno stimolo  all’altro.

 

La ricerca della novità alla Harvard Business School

In merito a ciò, un docente della Harvard Business School ha fatto un esperimento sottoponendo ai partecipanti diverse esperienze (visite al museo, videogiochi e film), e in seguito, solo ad alcuni, ha proposto una seconda volta gli stessi stimoli mentre ad altri ha chiesto di immaginare  quanto provato in precedenza.

La scoperta è stata che la prima volta la percezione è stata “eccitante” mentre la seguente più profonda con la scoperta di sfumature interessanti e “speciali”. E, quando intervistati, molti di loro hanno trovato la seconda esperienza addirittura più divertente della prima.

Una cosa curiosa è che, avendo già provato l’esperienza, le persone avrebbero potuto facilmente annoiarsi.. e invece hanno goduto quanto la prima volta se non di più!

 

Come mai?

In realtà mentre agiamo, la nostra mente vaga e.. pensiamo alla cena della sera prima, alla risposta della banca sul prestito chiesto, al messaggio appena ricevuto.. e perdiamo particolari talvolta anche importanti. Ma la ripetizione ci permette di godere in modo più completo, alcuni particolari li conosciamo già, ma altri persi in precedenza potranno esser raccolti.

E più l’esperienza è complessa, più ci sarà da scoprire, e sarà utile ripeterla.

Oggi siamo troppo veloci, crediamo di aver compreso, appreso, raccolto tutto a prima vista, ma non è così.

Pensiamo invece a quanto succede nel risentire una canzone che ci rimanda a emozioni già provate. Riguardare un film più volte ci fa raccogliere informazioni tali per cui rileggiamo tutto il messaggio in modo nuovo..

 

Apprendimento e benessere

Ellen Langer, “Madre della Mindfulness”sostiene che questo processo di ripetizione ed approfondimento di esperienze positive, non importa se agite o ricordate,  sia molto appagante. Attraverso l’osservazione di nuovi particolari,  le sinapsi si attivano producendo mielina che rafforza e crea nuove connessioni, apprendimento e producono soddisfazione: sarebbe utile affrontare qualsiasi compito in questo modo!

Come dicevamo prima, in questo processo NON è presente la sensazione di sconosciuto e di pericolo, in quanto “sappiamo già come va a finire”. E possiamo rilassarci, e godere in pace quel che c’è.

Per far ciò nel miglior e dei modi, la Langer offre alcuni consigli: riconoscere che tutto cambia in continuazione, che le novità sono cosa interessante (ma non necessaria), e che quello che vediamo, percepiamo non è né positivo né negativo ma è legato a come noi lo avviciniamo.

 

Per cui possiamo rilassarci e stare a casa sul nostro divano con serenità quando piove, senza frustrazione per la mancanza di una spiaggia esclusiva a nostra disposizione.  E’ vero che rivedere lo stesso film per 5 giorni di fila non è il massimo.. ma se lo riguardiamo dopo 6 mesi o 2 anni, allora sì che ci darà nuove soddisfazioni.

E ugualmente, magari più spesso, il polpettone della mamma e il giretto sotto casa e il bar all’angolo sono ottimi per un sabato mattina qualsiasi.

(riflessioni su stimolo di un articolo su un quotidiano estero)